Magistrati, non cedete a Protagonismi!

Video di Clementina Forleo ad Annozero

Riporto qui sotto due articoli di Rainews24:
12 maggio 2008

Il Csm: Forleo piu’ vicina al trasferimento da Milano

Deve andare via da Milano il gip Clementina Forleo. E’ la conclusione alla quale è giunta la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che ha perciò chiesto a stretta maggioranza il trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale.
 

Soltanto tre sono stati infatti i voti a favore del suo trasferimento d’ufficio, proposta sostenuta dal consigliere togato Fabio Roia (Unicost) e dai colleghi laici di entrambi gli schieramenti, Gianfranco Anedda per il centrodestra e Letizia Vacca per il centrosinistra.

Il presidente della Commissione, Antonio Patrono (Mi), ha appoggiato invece la proposta di archiviare il caso, prendendo atto del fatto – è la tesi che sostiene – che la Forleo lascerà presto il suo incarico di gip a Milano, avendo superato il limite di 10 anni previsto. Si sono astenuti, invece, gli altri due componenti della prima commissione, i togati delle correnti di sinistra Livio Pepino (Md) e Mario Fresa (Movimento per la giustizia).
 

 

La procedura di trasferimento d’ufficio era stata aperta nei confronti di Forleo dal dicembre scorso. Due le accuse principali: aver creato allarme nella pubblica opinione per aver denunciato intimidazioni da parte di organi istituzionali rimaste prive di riscontri; aver interferito nell’attività della procura di Milano impegnata nella delicata inchiesta sulle scalate bancarie.
Forleo: “Continuerò ovunque a testa alta”
“Spero che il Plenum riveda questa decisione, ma qualora la decisione dovesse essere confermata, andrò a fare il mio lavoro continuandolo in qualsiasi altro tribunale, potendo andare a testa alta a differenza di tanti altri”. E’ questo il commento del giudice Clementina Forleo, alla decisione del Csm che ha aggiunto di essere “stupita”, ma decisa a continuare ovunque a “testa alta e con dignità”. Ad ogni modo ha spiegato il giudice “Se il Csm confermasse la sua decisione, cercherò prima di ricorrere in tutte le sedi competenti”.

 

 

12 maggio 2008

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è detto certo che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano “saprà affrontare gli urgenti problemi del sistema-giustizia con impegno assiduo e obiettivo, favorendo quel clima di sereno confronto istituzionale e di fattiva collaborazione che auspico da sempre e in assenza del quale è difficile rinnovare e consolidare il rapporto di fiducia con i cittadini”.

Il capo dello Stato lo ha detto nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, alla presenza dello stesso Alfano, durante l’incontro pubblico con i magistrati in tirocinio. Napolitano ha poi ribadito il suo impegno istituzionale a “garantire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura” e ha invitato i magistrati stessi a non cedere a protagonismi.

“Da nessuna forza politica sono stati finora messi in discussione i principi e gli indirizzi fondamentali della Costituzione che non si esauriscono nei soli primi dodici articoli, ma ne abbracciano tutta la prima parte e, nel suo nucleo essenziale, anche il Titolo IV di recente già significativamente riformato nell’articolo 111”, ha poi aggiunto il Capo dello Stato.
“Lunghezza dei processi, la nostra più grave anomalia”
E’ “l’eccessiva lunghezza dei processi” la “più grave anomalia del nostro ordinamento interno”. Napolitano torna poi a puntare il dito sulle lungaggini della giustizia italiana, un’anomalia che “indebolisce seriamente la fiducia dei cittadini nell’effettiva tutela dei propri diritti”, esponendoci tra l’altro a “censure in sede europea”. Il rimedio “passa anzitutto attraverso una buona organizzazione”. Anche per evitare i non infrequenti “episodi di ritardo cui sono talvolta connesse clamorose carcerazioni di imputati o indagati per delitti allarmanti o odiosi”.

 

Napolitano ha invitato i magistrati a non cedere a protagonismi?! E cosa vorrebbe dire? Forse nella stessa giornata in cui il CSM annuncia che Clementina Forleo deve andar via da Milano, il Presidente Napolitano vuole avvertire i magistrati che stessero pensando di mettersi in vista facendo bene il proprio lavoro senza farsi intimidire dalle pressioni dei politici e dei mafiosi, che così facendo si rischia di fare la fine di Clementina Forleo o di De Magistris… Morfeo Napolitano? No, per niente, non dorme Napolitano, anzi è sveglio e si preoccupare di garantire gli interessi della classe politica che lo ha eletto Presidente della Repubblica! E’ già grave che un magistrato che fa bene il proprio lavoro, e che lo svolge con serità, e che fino all’alba della richiesta della stessa ad utilizzare le intercettazioni in cui erano coinvolte alcuni espontenti del parlamento, era stata promossa per grandi meriti professionali come racconta bene quì sotto Marco Travaglio:

 

Ma per protagonismi Napolitano intende anche che non vuole che i magistrati vadano in televisione, randendosi così protagonisti. “Cosa pensano di diventare delle popstar?!” Si rischia che i cittadini possano venire a conoscienza che alcuni parlamentari, alcuni ministri, hanno compiuto gravi reati, e che una volta eletti stiano a proccuparsi dei fatti loro e dei loro amci, più che della cosa comune! Tutto ciò deve essere inammissibile per questa classe politica, di cui Giorgio Napolitano fa parte. Ma vorrei ricorda chi è Giorgio Napolitano, e ricordare che non è nuovo a certi atteggiamenti:

Nel 1992 viene eletto Presidente della Camera dei Deputati sostituendo Oscar Luigi Scalfaro, eletto Presidente della Repubblica Italiana. Si trattò della “legislatura di Tangentopoli” e la Presidenza della Camera divenne uno dei fronti del rapporto tra magistratura e politica: due episodi sono estremamente significativi del modo in cui l’indiscusso prestigio personale del presidente Napolitano guadagnò alle istituzioni il conforto dell’opinione pubblica, che in quel periodo era particolarmente incline alla sfiducia nei confronti delle pubbliche autorità. Il 2 febbraio 1993 all’ingresso posteriore di palazzo Montecitorio si presentò un ufficiale della Guardia di finanza con un ordine di esibizione di atti: esso si riferiva agli originali dei bilanci dei partiti politici (peraltro pubblicati anche in Gazzetta Ufficiale), evidentemente utili al magistrato procedente (Gherardo Colombo, della Procura di Milano) per verificare se talune contribuzioni a politici inquisiti fossero state dichiarate a bilancio, secondo le prescrizioni della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Il Segretario generale della Camera, su istruzioni del Presidente, oppose all’ufficiale l’immunità di sede, l’antichissima guarentigia delle Camere in cui la forza pubblica non può accedere se non su autorizzazione del loro Presidente. Nei giorni successivi tutti i partiti politici e tutti i principali organi di stampa sostennero la scelta del presidente Napolitano. Il secondo evento ebbe luogo subito dopo la clamorosa seduta del 29 aprile 1993, in cui alcune delle richieste di autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi furono respinte dalla Camera a voto segreto. Il presidente Napolitano convocò il 6 maggio 1993 la Giunta del Regolamento e dispose che le deliberazioni della Camera sulle autorizzazioni a procedere fossero per l’avvenire votate in maniera palese (mantenendo il ricorso al voto segreto solo per la sottoposizione all’arresto, alla perquisizione o ad altra privazione della libertà personale). Così innovando la prassi parlamentare ultrasecolare, la Presidenza della Camera (e quella del Senato, retta da Spadolini, che adottò analoga deliberazione in pari data) si evitò per il prosieguo che le proposte di concessione dell’autorizzazione richiesta dalla magistratura fosse respinta nel segreto dell’urna da quello che era stato ribattezzato il “Parlamento degli inquisiti”.

Beh… leggendo ciò si capisce come mai sia stato eletto lui Presidente della Repubblica, uno che fa parte della Casta e che l’ha sempre difesa dagli attacchi esterni!

Petruccioli Dimettiti!

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Roma, 2 mag. (Apcom) – E’ incalcolabile il danno causato alla dignità del servizio pubblico dalla trasmissione ‘Annozero’ di Michele Santoro, che ha confuso la sua libertà di giornalista con l’appalto degli schermi Rai a terzi che ne fanno un uso indecente, come Beppe Grillo. Il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, non usa mezzi termini per stigmatizzare l’ultima puntata della trasmissione di Raidue e, facendo ammenda, assicura che episodi del genere non si ripeteranno. “Ieri sera – argomenta Petruccioli – Michele Santoro ha di nuovo messo il Servizio Pubblico Radiotelevisivo a disposizione di Beppe Grillo; il quale, dagli schermi della Rai, ha rivolto insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al Presidente della Repubblica, oltrechè ad una personalità universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi”. Per il presidente di Viale Mazzini, “il danno, l’umiliazione e la vergogna che vengono al Servizio Pubblico da questi episodi, sono incalcolabili; per la mia funzione e personalmente ne faccio ammenda e prendo impegno – nell’ambito delle mie responsabilità – a fare tutto il possibile per impedire che qualcosa del genere possa ripetersi. A nessuno – ammonisce Petruccioli – quindi neppure a Michele Santoro, è consentito confondere la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l’appalto, di fatto, della tv pubblica a terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente. Chi è responsabile di un programma non lo è solo per quanto dice personalmente, ma per tutto quel che, nel programma stesso, avviene; non ci sono ‘zone franche’. Anche Santoro, come tutti coloro che in Rai lavorano e con la Rai collaborano, ha il dovere non eludibile di tutelare la dignità e il prestigio del Servizio Pubblico”.

 

 

Scandaloso il richiamo di Petruccioli ai danni della trasmissione “Annozero” e del suo conduttore Michele Santoro.

Chi ha assistito alla scorsa puntata di Annozero sarà rimasto colpito dalla violenza verbale e dalla profonda maleducazione e sfacciataggine espressa da Vittorio Sgarbi nei confronti di Beppe Grillo e di Marco Travaglio. Inoltre si sarà notata la grande prova di civiltà del presentatore e del giornalista nel non abbassarsi al livello del provocatore, che ha partecipato alla trasmissione con il solo scopo di impedire che si svolgesse serenamente e per censusare con le sue sfuriate le parole scomode. Chiunque si sarebbe aspettato un richiamo nei confronti di Vittorio Sgarbi, e non del conduttore… Questo dimostra in che stato siamo, e chi governa la RAI. Claudio Petruccioli è un dirigente della RAI, la quale è statale, quindi pagata dai cittadini italiani. Esso deve dirigere nell’interesse del telespetatore non del potente di turno che lo nomina e lo controlla! E’ vergognoso e scandaloso assistere a ciò che sta accandendo in questi anni funesti! La situazione dell’Informazione in Italia durante i governi Berlusconi è sempre stata disperata, un poco “meglio”, ma giusto un poco, dutante i governi di Centro-Sinistra (per lo meno non hanno cacciato, e hanno permesso che tornassero in televisione Santoro e Biagi), ma dal giorno successivo delle ultime elezioni è la situazione anche peggiore che nel passato, si è subito notato il cambiamento! Le prime a ad aumentare la disinformazione la distrazione di massa sono state le reti di Silvio, subito dopo hanno iniziato ad adattarsi anche quelle del servizio pubblico, a partire dai Telegiornali, e sopratutto i suoi dirigenti come Petruccioli! Quindi io come cittadino e proprietario-azionista della RAI chiedo le dimissioni irrevocabili del dirigente Claudio Petruccioli, per violazione della libertà di espressione di una persona come Michele Santoro, il quale ha tutto diritto di decidere di mandare in onda sul servizio pubblico le immagini del V2-Day e le parole di Beppe Grillo, perché così fancendo non fa altro che informare il pubblico su ciò che è accaduto! Impedire ciò vuol dire negare il diritto di cronaca e censurare uno dei pochi presentatori che fanno e sanno come fare bene il proprio lavoro. Lei, Petruccioli, è dipendente dello Stato non dei Governi! Il suoi PADRONI sono i cittadini e non i potenti di turno, alle richieste che Petruccioli deve attenersi! Quindi si vergogni, si penta si metta in ginocchio e chieda scusa a Santoro e ai cittadini italiani per non aver svolto il lavoro per il quale è profumatamente pagato, ed infine di Dimetta perché o non capisce un cazzo, quindi è un incompente oppure è in malafede! Se la trasmissione dovesse essere sospesa, mi farò sentire a voce piena!!! Mi presenterò davanti alla sede della Rai di Milano a chiedere le dimissioni di Petruccioli e a protestare contro un’eventuale censura!

 

 

Grillo, diritto di cronaca

Ho fatto come sempre il mio lavoro, con ottimi risultati per l’azienda e portando a termine una trasmissione difficile che ha dovuto sopportare durante il suo svolgimento insulti e provocazioni preordinate. Ritengo di aver esercitato il diritto di cronaca dando conto, come altri programmi, dei momenti più significativi della manifestazione promossa il 25 aprile a Torino da Beppe Grillo.
L’ho fatto nell’esclusivo interesse del pubblico, con un lavoro di edizione che ben risultava dalla messa in onda, ma del quale, se vorrà, il Presidente Petruccioli potrà essere informato ascoltando montatori e giornalisti che lavorano con passione nella nostra redazione e che sono abituati a usare la loro professionalità al servizio del pubblico e non per conto terzi.
Tutti i partecipanti ad Annozero, compreso Marco Travaglio, che aveva preso parte al V-Day, hanno avuto espressioni di critica e avanzato rilievi nei confronti di Grillo; c’è stato anche chi l’ha insultato con estrema violenza. Le affermazioni di Beppe Grillo sul Presidente Napolitano, già presenti nelle cronache di tutti i giornali italiani, sono state riportate senza la volontà di farle proprie. Non riportarle avrebbe rappresentato, a mio parere, una grave omissione e una censura. La stessa considerazione vale per i giudizi sul professor Veronesi e su qualunque altro personaggio pubblico. Poiché Grillo è di fatto un soggetto politico, va attribuita esclusivamente a lui la responsabilità di ogni sua dichiarazione, come confermano recenti sentenze della Corte di Cassazione e come normalmente avviene per Berlusconi, Bossi, Mastella e qualunque altro leader politico. Spetta dunque ai tribunali e non ai giornalisti valutare la portata calunniosa delle affermazioni fatte dai soggetti politici e non mi risulta che ci siano state iniziative in tal senso, perché altrimenti ne avrei dato volentieri conto.
Sono pronto a rispondere in qualsiasi sede della correttezza dei miei comportamenti e resto fiducioso in attesa delle iniziative che intenderà intraprendere il Presidente Petruccioli, ma non ritengo che esse potranno continuare a consentire ai leader dei partiti di dire quello che vogliono nella televisione pubblica, proibendo invece a un unico soggetto politico, Beppe Grillo, di esprimere il proprio pensiero. La Rai appartiene infatti al pubblico e non ai partiti e la libertà d’espressione è tutelata dalla Costituzione Repubblicana.
Michele Santoro

 

 

Lettera di Sonia Alfano, rivolta a Beppe Grillo, riguardo la vicenda Santoro-Petruccioli:

“Caro Beppe,
sto guardando la puntata di Annozero sul V2 day e l’informazione, e mi ha molto colpito ciò che è stato detto sulle nostre liste civiche e sulla loro presunta influenza, ma ciò che mi ha sconvolto è stato l’ennesimo riferimento agli attacchi qualunquisti del V2 day ai giornalisti. In studio un giornalista comincia a dire “che i giornalisti non sono tutti uguali, anzi ricordiamo che in Italia abbiamo gente come Abbate, Capacchione e Maniaci che rischiano la propria vita per quello che scrivono e addirittura sono morti dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo”.
Ad ascoltare queste parole sono saltata dalla sedia perchè sono stanca di sentire dire che mio padre è stato un eroe per il suo coraggio e la sua indipendenza, perchè sono convinta che se mio padre e gli altri suoi colleghi non fossero stati soli a scrivere e raccontare certe cose, sicuramente non sarebbero stati nè uccisi nè eroi.
Insomma voglio proprio dire dopo 15 anni che papà è morto, dopo 14 anni di processi celebrati sempre in religioso silenzio e con la regolare assenza dei giornalisti che venivano chiamati da noi familiari con la preghiera di raccontare delle indagini e del processo, beh voglio proprio dire che dopo tanto tempo non ce l’ho solo con i mafiosi che lo hanno ucciso, ma ce l’ho soprattutto con la casta dei giornalisti che con il loro isolamento e silenzio sono stati complici di quel delitto; con la loro indifferenza e servilismo nei confronti dei direttori padroni, hanno taciuto sugli sviluppi delle indagini e sui furbetti del quartierino coinvolti nel delitti.
Provo rabbia perchè quella casta non si è mai costituita parte civile nei processi e soprattutto non ha mai detto che avrebbe voluto farlo. Ho sperato per tanti anni che si sarebbero comportati nei confronti della mia famiglia come si comportano i poliziotti o i carabinieri quando muore un loro collega; si stringono attorno alla famiglia di chi è morto e ne condividono i momenti del dolore, alzano un muro di difesa. In questi anni non è accaduto nulla di tutto ciò, non ho mai visto lo stato e a 36 anni non sono in grado si spiegare ai miei figli che cosa sono le istituzioni nel nostro paese e soprattutto da che parte stanno, forse perchè non dovrebbero esserci delle parti. Cerco di nascondere ai miei figli le mie paure quando ammetto a me stessa che viviamo sotto dittatura. Ma che paese è il nostro, dove non solo non c’è libertà d’informazione ma non c’è proprio la libertà di cittadini? Perchè la vera informazione in Italia deve essere affidata a pochissimi giornalisti seri e indipendenti come Travaglio? Solo da noi accade che un critico d’arte, spero almeno che sia tale, si permette di dire, in riferimento a De Magistris, che i magistrati non hanno il diritto di fare certe inchieste; e che credibilità potrebbe avere Berlusconi in un paese civile se affermasse che Mangano è un eroe? Anche per questi motivi rivendico con orgoglio di far parte di quelle centinaia di migliaia di italiani che hanno aperto gli occhi, non si sentono più nè rappresentati nè tutelati e hanno capito che devono darsi da fare e non delegare più ad altri ciò che può essere fatto da noi. E il punto è proprio questo: noi abbiamo il dovere di fare qualcosa per tornare a vivere in un paese veramente libero e civile dove l’informazione possa essere davvero tale.
Pretendo che i miei figli possano vivere in un paese pulito e senza inceneritori, libero e non complice di guerrafondai, dove i giovani possano avere la certezza di un lavoro e di poter nascere e morire nella propria terra senza l’incubo della valigia in mano perchè costretti ad emigrare. Voglio per loro un paese in cui le istituzioni meritino davvero rispetto e il parlamento non continui ad essere centro a 5 stelle di riabilitazione per pregiudicati e delinquenti. Esigo per loro un paese in cui ci sia la certezza della pena perchè questo è democrazia.
Noi abbiamo appena iniziato a fare tutto questo con le “ininfluenti” liste.” Sonia Alfano

 

 

Dal Blog di Antonio Di Pietro:

La decisione del presidente della RAI Petruccioli di richiamare Santoro per la trasmissione AnnoZero dedicata alla raccolta di firme per i tre referendum per una libera informazione organizzata da Beppe Grillo il 25 aprile è sconcertante. Chi ha seguito il programma avrà sicuramente pensato che un richiamo era necessario, ma per Sgarbi che ha insultato senza ragione e continuamente le persone presenti, che non hanno reagito, e ha dichiarato il falso sui contributi al Giornale e sul licenziamento di Enzo Biagi. Petruccioli non ha ritenuto di dover sottolineare la denuncia di Beppe Grillo sulla illegittimità di Rete 4 sancita dalla corte di Giustizia Europea che costerà ai contribuenti italiani più di 300 milioni di euro.

Questa si chiama censura, in un Paese libero l’ascoltatore ha il diritto di sapere che due milioni di persone sono scese in piazza per firmare tre referendum e che sono state raccolte 1.500.000 di firme in un solo giorno, tra cui la mia, un evento mai successo nella storia della Repubblica. Una manifestazione di tale importanza non si può cancellare.

Se il buon giorno si vede dal mattino, ci possiamo aspettare tentativi di ogni tipo per chiudere i pochi spazi di libertà di informazione ancora presenti nel nostro Paese.
L’Italia dei Valori farà di tutto perché questo non avvenga in particolare se dovesse assumere la presidenza della Commissione di Vigilanza RAI di cui ha fatto espressa richiesta.

 

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